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San Benedetto del Tronto | Il digitale terrestre cambia le regole del calcio.

di Tonino Armata

Sabato 22 gennaio, con la prima giornata del girone di ritorno del campionato di calcio, inizia la nuova era della tv: Mediaset e La7 inizieranno a “vendere” attraverso i decoder del digitale terrestre, le prime partite. Al costo di 2 – 3 euro e con una carta prepagata si potrà vedere una partita prescelta e, nell’intervallo e alla fine anche i gol di tutte le altre, grazie ad un accordo tra le reti del Biscione e quella di Telecom. E’ l’inizio di una rivoluzione che nei prossimi anni cambierà tutto il vecchio scenario della tv.

Quattro piattaforme a competere l’una con l’altra, perché al digitale terrestre, al satellite di Sky e alla vecchia tv in chiaro si aggiunge anche la tv via cavo che con la banda larga dell’Adsl promette una crescita rapida. Tutto questo assicura molte novità tra i protagonisti del settore tv e anche nuove risorse per i club di calcio, i quali stanno puntando a ristrutturare il loro modello di business e a ricostruire gli stadi di calcio.

Per Juventus Brescia è già stato calcolato che ci saranno più telecamere che calciatori: 40. Il futuro è già adesso: la guerra della tv (satellite e digitale) aprirà nuovi scenari, e anche nuove fonti d’incasso, per i club del pallone sempre più in bolletta. I presidenti avranno più soldi in cassa: entro il 2007, come spiega uno studio di Italmedia Consulting, per i diritti tv del campionato di calcio saranno pagati 597 milioni di euro (nel 2004 erano 433). Ma cambierà la “mappa”. Perché se adesso Sky la fa da padrone, in regime di (quasi) monopolio, in futuro saranno Mediaset e Telecom a sborsare la cifra più alta: 168 milioni di euro (contro i 22 attuali) per il digitale, mentre la tv di Murdoch scenderà da 397 (92%) a 280 (47%).

Non solo, è prevista anche una grande crescita del mercato Cavo-Dsl: dai 14 milioni di euro (3%) dell’anno passato, arriverà ai 149 (25%) del 2007. Ma, come detto, quel che conta per i presidenti del pallone è la cifra globale, che crescerà. Ma anche se dalle tv arriveranno sempre più milioni, non basteranno a mantenere in salute il pianeta-calcio: perché i conti del pallone sono sempre più in rosso. Ultimi dati: 1.152 milioni di ricavi, 1.880 di costi generali (di cui 847 di stipendi), 508 milioni di perdite. I padri-padroni del pallone in futuro punteranno soprattutto su tre progetti: ridurre il più possibile i costi, spendere meglio i soldi che arriveranno dalle tv e riportare i tifosi negli stadi incrementando così gli incassi da botteghino. Perché se è vero che in Italia i ricavi maggiori vengono dalle televisioni, in Inghilterra, presa sempre a modello, c’è sostanziale equilibrio fra ricavi da gare, diritti e sponsor.

Da noi invece gli stadi si stanno progressivamente svuotando. Perché non sono stadi degni dell’Europa (tranne poche eccezioni): pericolosi, scomodi, con servizi igienici da terzo mondo. E sovente sono autentiche cattedrali nel deserto: in Inghilterra gli impianti sono di solito pieni (91% dei posti occupati). Da noi mezzi vuoti: 48,9 di posti occupati. Ecco, allora, che il progetto-stadi va di pari passo con quello dello sviluppo televisivo: anche perché si rivolgono a due tipi differenti di tifosi. E’ sbagliata la contrapposizione televisione-stadio, il calcio ha bisogno di far convivere il pubblico degli stadi e il pubblico della televisione, sommando due platee che sono complementari. C’è spazio, quindi, per impianti più raccolti e più confortevoli.

La Juventus si è mossa per prima e per prima entro il 2008 avrà il suo nuovo stadio-gioiellino: un  Delle Alpi piccolo, ma finalmente funzionale. Destinato a quei calciofili che non si accontentano della tv, ma vogliono vivere la partita di persona.

La Juventus è il club più appetito in assoluto (oltre 10 milioni di tifosi): lo dimostrano i 90 milioni di euro, che pagherà quest’anno Sky per avere un’esclusiva su tutto, dagli allenamenti alle maglie. Segue il Milan con la metà, poi l’Inter e Roma. Staccate tutte le altre squadre, anche se va notato come la forbice fra Lazio e gli altri club (ultimo Siena) non sia così ampia. Ne dovranno tenere conto quindi i padroni delle tv.

20/01/2005





        
  



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