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Cavallaro:"Niente polemiche alle elezioni dell’esecutivo della Comunità montana di Camerino"

| MACERATA - "Invece di strepitare e lanciare anatemi si facciano urgenti proposte di revisione degli organi di governo".

di Mario Cavallaro*

Le polemiche scatenate da alcuni esponenti del centro destra dopo le elezioni dell’esecutivo della Comunità montana di Camerino - evidentemente dimentichi che i rappresentanti dei loro partiti, a San Severino, hanno seguito gli stessi comportamenti tanto deprecati a Camerino - rischiano di trarre in inganno l’opinione pubblica e soprattutto di non favorire soluzioni ad un problema obiettivo, peraltro scadendo in personalismi ed attacchi virulenti che è bene evitare nei rapporti tra Istituzioni.

Occorre spiegare ai cittadini che le incertezze insorte nella costituzione degli esecutivi delle Giunte delle Comunità montane derivano, in primo luogo, dal fatto che gli statuti delle stesse Comunità non rispettano gli indirizzi del testo unico del 2000 in materia di Enti locali, soprattutto perché le rappresentanze dei Comuni producono consigli maggiori nel numero del massimo previsto e perché non si tiene conto della necessità di rappresentare essenzialmente i Comuni montani.

Inoltre la Regione non è ancora intervenuta con una legge in materia - e siamo certi che questo sarà uno dei temi posti al centro del programma dal candidato del centro sinistra Gian Mario Spacca - ma non si può, come pretende di fare il centro destra, incassare a proprio vantaggio quando si è maggioranza numerica e buttare tutto all’aria quando i risultati finali non ci piacciono.

Il tema da noi sollevato in più sedi, a prescindere dal tornaconto di singoli, è invece quello di una rappresentanza istituzionale dei Comuni, almeno fino a che la Regione non porrà mano ad un’organica riforma del sistema istituzionale ed elettorale delle Comunità montane. Ci conforta che lo stesso ministero dell’Interno, con una recente nota, abbia riconosciuto la fondatezza delle nostre posizioni, ma siamo sempre rispettosi del primato della politica e dell’interesse ad un buon funzionamento delle Istituzioni, che ben poco concluderanno con maggioranze risicate, con conflitti politici sistematici e con numerosi Comuni fuori dal governo degli Enti.

Invece di strepitare e lanciare anatemi si facciano perciò urgenti proposte di revisione degli organi di governo, per far uscire le Comunità montane dalla crisi di rappresentanza e di identità in cui l’arroganza inconcludente basata solo sui numeri le ha cacciate. Solo così, invece di piangersi addosso senza costrutto, gli Enti montani potranno dare un futuro ai loro amministrati.
 
*senatore della Margherita

16/01/2005





        
  



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