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Consiglio comunale:approvato il nuovo regolamento sui comitati di quartiere e sui referendum

| CIVITANOVA MARCHE - Con 19 voti favorevoli e 11 contrari il Consiglio comunale ha approvato ieri sera il regolamento che disciplinerà i comitati di quartiere. Approvato a maggioranza anche il regolamento per la disciplina del referendum.

Con 19 voti favorevoli e 11 contrari il Consiglio comunale ha approvato ieri sera il regolamento che disciplinerà i comitati di quartiere, in attuazione di quanto previsto dal nuovo Statuto comunale entrato in vigore nel maggio scorso.

Il testo è composto da 35 articoli e suddiviso in otto titoli dedicati rispettivamente ai principi generali, ai diritti dei cittadini, agli organi, agli organi destinati a favorire i rapporti tra quartieri, alle funzioni e alle competenze, alla struttura dei comitati, alle norme relative all’elezione dei consiglieri stranieri aggiunti e alle disposizioni finali.

Con l’approvazione del nuovo testo sono stati revocati lo statuto ed il regolamento varati nel 2000  a disciplina della materia, oggi accorpata in un unico regolamento.

Nel nuovo regolamento viene mantenuta l’attuale suddivisione del territorio comunale in sette quartieri (Fontespina, San Gabriele, centro, Risorgimento, San Marone, Santa Maria Apparente e Civitanova Alta), ciascuno dei quali sarà rappresentato da un comitato composto da un consiglio direttivo, un presidente, un segretario e un’assemblea di quartiere.

Ciascun  organismo è composto da 10 consiglieri che verranno eletti dal Consiglio comunale, ai quali si aggiungerà un consigliere straniero aggiunto, scelti tra i cittadini maggiorenni residenti nel quartiere di pertinenza.

Si è ritenuto opportuno prevedere, infatti, che la nomina avvenga attraverso l’assise consiliare e non per elezione diretta, ha spiegato l’assessore agli organismi di partecipazione, Ermanno Carassai.

Una scelta che, secondo l’opposizione, mortifica la partecipazione diretta dei cittadini.

Tra le novità introdotte, la previsione della presenza di un consigliere straniero in seno a ciascun consiglio direttivo. Una scelta questa, ha sottolineato l’assessore Ermanno Carassai, che dimostra la volontà di favorire concretamente l’integrazione dei circa 2.000 stranieri che vivono a Civitanova, dei quali si recepiranno le esigenze e i problemi.

Altre innovazioni rispetto al vecchio testo riguardano la disciplina dei casi di decadenza e di scioglimento dei consigli direttivi (art. 14) e di decadenza, sospensione e surroga dei consiglieri (art. 15).      

Il nuovo regolamento entrerà in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione all’Albo pretorio del Comune. Entro i 45 giorni successivi, i cittadini potranno dichiarare la propria disponibilità all’elezione.

Nella stessa seduta di ieri sera il Consiglio comunale ha approvato a maggioranza anche il regolamento per la disciplina del referendum. Il testo si compone di  28 articoli ed è suddiviso in tre titoli che riguardano rispettivamente gli aspetti procedurali, lo svolgimento delle consultazioni e la previsione delle eventuali spese a carico del Comune.

Sulla scorta di quanto previsto dal nuovo Statuto dell’ente approvato nell’aprile scorso, il referendum, che nel vecchio testo aveva soltanto carattere consultivo, acquisisce anche valenza propositiva e abrogativa.

Per la sua indizione occorrono il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri comunali oppure una richiesta avanzata da almeno 3 mila cittadini elettori. “In assenza di precise indicazioni di legge -  ha spiegato l’assessore Carassai - abbiamo ritenuto congruo tale termine, in quanto corrispondente a circa il 10% della popolazione”. Tale soglia è stata giudicata eccessiva dall’opposizione, che ha criticato anche il mancato accoglimento della proposta finalizzata ad estendere ai sedicenni la partecipazione alle operazioni referendarie.

Perché il referendum possa avere luogo, i suoi promotori debbono essere almeno dieci.

A giudicare l’ammissibilità o meno del referendum provvederà una commissione tecnica nominata dal Consiglio comunale, che verificherà se sussistono o meno i presupposti per dare luogo ad una consultazione. A tal fine si verificheranno l’ammissibilità della materia, la correttezza della formulazione del quesito e la regolarità della presentazione delle firme presentate.

Secondo quanto disposto dall’articolo 13 del regolamento, il referendum può essere revocato dal sindaco, previo parere favorevole della commissione tecnica, qualora la proposta dei promotori sia stata accolta dall’Amministrazione comunale prima della consultazione.

Infine, le date di convocazione: il referendum potrà tenersi nei periodi compresi tra il 15 aprile e il 15 giugno e tra il 15 ottobre e il 15 dicembre.

17/12/2004





        
  



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