Il T.A.R. Marche con ordinanza n.680/2004 ha confermato quanto sostenuto dalla difesa comunale “la inesistenza dei requisiti per sospendere il provvedimento di aggiudicazione”.

Che dovesse andare in questo modo, il sottoscritto non aveva il benché minimo dubbio.

In qualità di presidente della commissione giudicatrice e di avvocato difensore del Comune nella causa in questione, mi sento di dire che giustamente non poteva essere accolta una domanda cautelare che consegnasse alla città “un giardino trasformato a pizzeria” anziché quello che la commissione ha scelto “un giardino degno di questo nome”: una concessione comunale che darà lustro, per la sua qualità di restyling e servizi, a quello spazio centralissimo della città.

Le “…buone ragioni e gli ulteriori elementi di illegittimità intravisti dal ricorrente nelle operazioni della commissione…”, a sommesso avviso del sottoscritto, più che motivi giuridici di censura sono sembrate delle gratuite ed inopportune insinuazioni.

Il T.A.R. ha ritenuto, così come esposto nella difesa del Comune, che semmai vi fossero stati dei danni questi avrebbero potuto essere valutati in sede di merito e mai sospendendo un progetto per la città così importante.

Mi corre l’obbligo precisare, in quanto parrebbe non essere stato capito, che  a volte nelle gare, come nella vita, non sono i denari che fanno la differenza ma la qualità delle idee e delle proposte; aspetti quest’ultimi premiati dalla commissione di gara. 

Il Giardino d’Estate, nella sua nuova veste, verrà alla luce entro il 30 aprile 2005.

* Il Dirigente del Settore Affari Legali e Contratti