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Caporalini, “investire sulla cultura e’ strategico per lo sviluppo”

| MACERATA - "Non sempre vi è però piena consapevolezza di queste potenzialità, e più spesso non si coglie il nesso tra crescita culturale e sviluppo socio-economico"

Caporalini

Il Censis e l’Unioncamere hanno pubblicato nei giorni scorsi due loro ricerche che attestano  buoni risultati,  rispettivamente sul piano dello sviluppo culturale e della ricchezza economica prodotta, da parte della città e della provincia di Macerata.
Con la nota che segue, il vice presidente ed assessore alla cultura della Provincia di Macerata, Donato Caporalini, esprime alcune considerazioni che traggono spunto dalla due indagini e da un intervento dell’assessore comunale di Macerata, Massimiliano Bianchini.
 
“Le ricerche del Censis e dell’Unioncamere che sono state pubblicate a distanza di pochi giorni l’una dall’altra contengono entrambe – scrive Caporalini - considerazioni lusinghiere sulla realtà maceratese. Il collega Massimiliano Bianchini ha giustamente richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica  della città di Macerata sugli indicatori che secondo il Censis fanno del capoluogo provinciale una realtà caratterizzata da sviluppo economico, benessere e vivace attività culturale. Anche l’indagine Unioncamere contiene dati positivi in termini di accrescimento del valore aggiunto pro capite riferiti in questo caso al territorio provinciale.
 
Non sempre vi è però piena consapevolezza di queste potenzialità, e più spesso non si coglie il nesso tra crescita culturale e sviluppo socio-economico. Ciò che Bianchini osserva per la città di Macerata può essere esteso all’intera provincia. Ci sono, infatti, vivacità e ricchezza di iniziative culturali e formative in tutta la provincia di Macerata: in questi anni sono cresciute numerose imprese culturali che stanno ad indicare la presenza di una diffusa capacità creativa.
 
Certo, a questo stato di cose hanno dato un grande contributo gli enti pubblici locali, le università, le fondazioni e le associazioni, che sono intervenuti nel recupero di beni culturali (teatri, musei, opere d’atre,  monumenti, centri storici, ecc.) e nel sostegno alle numerose attività culturali e formative che caratterizzano il nostro territorio. Ma sarebbe sbagliato  ignorare che tutto ciò può realizzarsi in quanto il nostro territorio è ricco di figure professionali (architetti, designer, scrittori, artisti, musicisti, imprenditori, insegnanti, studenti) che sono in grado di interpretare e realizzare questo sforzo creativo. Anzi, la crescita di questo capitale umano costituisce una delle condizioni strategicamente più importanti per affrontare le sfide dell’ economia competitiva. Per questo è assolutamente deleterio attardarsi nella tradizionale concezione che vede nelle spese culturali un lusso o addirittura uno spreco.
 
Favorire l’economia dell’intrattenimento, della cultura e del turismo costituisce, infatti, un investimento che, insieme alla performance tecnologica e alla creazione di reti pubbliche e private  sinergiche e cooperative, può garantire un vantaggio competitivo decisivo sia per i cosiddetti prodotti immateriali, sia per il comparto manifatturiero.
Sono quindi pienamente d’accordo con Bianchini – conclude l’assessore provinciale Caporalini - quando propone un patto per la cultura al quale chiamare amministrazioni, università, accademia, imprese e associazioni per disegnare una strategia che, partendo dalla valorizzazione dell’esistente (l’autenticità dei luoghi, i rapporti umani e sociali, il patrimonio degli eventi e delle produzioni culturali e artistiche), sappia fare sempre di più del nostro territorio un contesto ricco, aperto all’innovazione, umanamente appagante.

26/11/2004





        
  



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