Leggiamo con rammarico il rapporto Censis sulle “Città italiane in movimento” del 18 novembre 2004. Nella ricerca sui 103 comuni capoluogo italiani, infatti,  non compare la nostra città di Fermo, divenuta provincia nel 2004 e il suo territorio. Questa dimenticanza non desterebbe perplessità se si considera solo il fatto che Fermo, come Monza e Barletta, è divenuta provincia  da pochi mesi. Ma è strano non essere nemmeno citati proprio ora quando invece  dieci anni fa,  il rilevamento dello stesso Istituto  considerava il territorio fermano  tra i distretti  industriali di maggiore importanza nazionale ed internazionale. Allora, si parlava di luogo dove si riproponeva con successo il modello del “nord est” per sviluppo economico, occupazionale  e qualità della vita.

Oggi, misteriosamente, la città di Fermo è sparita dalle  considerazioni del Censis che analizzano  il contesto sociale e demografico, il tessuto produttivo, il livello occupazionale e la ricchezza prodotta, l’università e la cultura, lo svago, il tempo libero e il turismo. Per la regione Marche si citano  Ascoli Piceno e Pesaro definiti “pellicani”, comuni “ instancabili (come lo sono i pellicani), fortemente ancorati alla cultura industriale e al comparto manifatturiero”. Dopo aver letto attentamente il rapporto, ci si chiede a che fonte il Censis attinga per avere tali dati informativi e come mai nei  Suoi studi non siano stati presi in considerazione i segnali di ripresa del fermano di fronte alla crisi economica mondiale con aziende che, attualmente, hanno quadruplicato le esportazioni.