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Trenitalia, oltre il danno la beffa

San Benedetto del Tronto | Quando l'ennesimo ritardo rappresenta un "calvario" e la denuncia pubblica a furor di popolo diventa consenso.

di Laura Ripani

E' una vera rivolta. Passando per il sito del Corriere.it (Corriere della sera on line) arrivano proteste, i pendolari s'organizzano in comitati di sopravvivenza, si raccolgono testimonianze, segnalazioni di disguido e disservizi all'indirizzo di Trenitalia. E mentre la pubblicità sbandiera ai 4 venti nuove e presunte capacità di agganciare il treno (mai termine fu più azzeccato) della globalizzazione, le vicende vissute smentiscono clamorosamente le faraoniche promesse.

Non sono solita utilizzare la mia penna per dar voce a fatti personali. Quando, però, lo status di giornalista mi mette nelle condizioni di poter toccare con mano la rabbia altrimenti sommersa degli altri, quando esso diventa il caso emblematico di quanto quotidianamente mi viene raccontato, ecco che, come fa l'inviato, intendo rendere un servizio alla collettività. Che spesso subisce in silenzio angherie e soprusi. Testimonial, insomma, degli italiani indignati per lo scadentissimo servizio offerto.

Dunque è capitato anche a me di provare come tutto quanto si lamenti sia assolutamente vero. E, se i pendolari oramai possono aver purtroppo fatto l'abitudine ad attese e disagi, la vicenda diventa più evidente a chi, come me e altri, si serve di questo mezzo soltanto in casi eccezionali. 
 Riporto, allora, la storia che mi ha coinvolta insieme a un compagno di sventure, di professione tassista.
 
Aspettavamo il treno regionale delle ore 11,22 da Civitanova Marche (Mc) a Ancona, qualche giorno fa. Questo era riuscito nel mirabolante compito di accumulare, proveniente da Pescara, ben mezz'ora di ritardo quasi il doppio del tempo necessario per coprire l'esigua distanza, insomma. Nessuno, alla stazione, ci ha avvertito che alle 11,40 circa transitava un Intercity con medesima destinazione. Avremmo optato per tale scelta, spendendo la straordinaria cifra di un euro e mezzo in più che certamente ci avrebbe posto sul lastrico. Meno della metà di un pacchetto di sigarette (peraltro proibite come il fumo agli occhi). E, quando siamo saliti come ancora di salvezza per gli impellenti motivi di lavoro, eravamo, ovviamente, sprovvisti del supplemento.

Ad una iniziale comprensione del controllore, e a seguito delle proteste di un altro passeggero, costui ci ha voluto per forza prendere le generalità, pena l'intervento della Polfer. Non si fa neppure con i criminali, suppongo. Chiedendoci, insomma, la differenza più altri 8 euro dei quali, onestamente, tutti i passeggeri si chiedono la provenienza questa sì, sempre in orario. Inoltre in preda ad una certa agitazione come di chi sia spaventato da un mostro minaccioso, ci ha comunicato che, nonostante fossimo appena partiti, "non faceva in tempo" (!) a redigere il verbale. E, pertanto, ci avrebbe inviato tutto a casa (di qui l'aggravio di altri 5 euro, presumo). Non pago, infine, ci ha preannunciato come, in caso di superamento dei 60 giorni, avremmo pagato un'ulteriore supermulta, con tono arrogante. Chiosando con un commento non richiesto che "da una signora" rivolgendosi ovviamente a me, "mai si sarebbe aspettato un simile comportamento". Lo ammetto. Dall'indotto clima di panico, avevo tentato la fuga. Dall'"amico treno" però. E nauseata dal pagare doppiamente per responsabilità di chi me ne chiedeva conto.
  
A nulla sono valsi i nostri tentativi di persuasione per un situazione alla quale eravamo stati costretti per  l'inadempienza di Trenitalia. E che potevamo testimoniarlo l'un l'altro. Visto che si tratta di pochissimi euro, ovviamente, non procederemo. Sorge il sospetto che su questo si fondi il guadagno. Ma la questione di principio sulla disinformazione, il disservizio, il danno oltre la beffa, rimangono. Tanto da indurmi a spendere la mia penna e mettere in piazza i fatti miei. Ad allungare, insomma, la lista di coloro che mi hanno raccontato come queste siano questioni quotidiane. Su ogni tratta. E, mentre gli onesti cittadini vengono indicati come malfattori, arriva un'ulteriore chicca. La Regione Lombardia ha chiesto il conto all'Ente per le inadempienze, le macchine tartaruga sono pure sporche e l'impianto di refrigerazione funziona da ottobre in poi perché d'estate il guasto è all'ordine del giorno. E, ciliegina sulla torta, gli sms che segnalano i ritardi arrivano...in ritardo.

19/11/2004





        
  



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