Una telecamerina digitale, 6 ore di riprese, qualcun’altra di montaggio ed un pugno di attori, sono bastati a Maurizio Ricci per confezionare l’ennesimo cortometraggio.

La produzione (di quasi 20 min.) stavolta è horror e - per la prima volta nella sua carriera di autore - non è originale, bensì tratta (molto liberamente) nientedimeno che da un racconto di Edgar Allan Poe.

Doveva essere un tributo allo scrittore di Baltimora, - ha sostenuto - ma visti i tempi rapidi forse lo è stato anche al regista Roger Corman, che proprio per Poe realizzò buoni film a budget ridotto: sfido chiunque a realizzare una produzione come la mia, priva dei classici “ingredienti” del cinema professionale.

L’opera del filmaker marchigiano -intitolata Toby Dammit- è indubbiamente più fedele all’originale letterario rispetto quella di Fellini, unico precedente riguardo il racconto in causa; è un horror-soft con fotografia naturale, che non pretende di inorridire, ma solamente di inquietare.

Alcuni forfait non giustificabili, un infortunio ad un interprete tra i giorni delle riprese e qualche problemino meteorologico, - ha continuato il Ricci- non hanno minato un lavoro che, anche grazie alla competenza dell’operatore Angelo Ciucani e dei seri interpreti presenti, ha diverse cose buone nella sua narrazione.

Ci sono scene gore più suggerite che mostrate, ma indubbiamente anche in questo caso il mio corto annovera, come i precedenti, l’ennesima sfilza di cadaveri. Io mi sono sdoppiato sia dietro che davanti la telecamera per un tour-de-force che non ripeterei…

Gli altri attori sono Sabrina De Pasquali, Alessandra Scoccia, Lorenzo Ferracuti, Moira Liti, Giacomo Bastarelli; le musiche di Gianluca Mandolesi, la scenografia di Elena Tuan. Una squadra interamente fermana, come l’ambientazione del filmato.

Sul set con me, i ritmi sono vorticosi, - ha affermato - ma ci si riesce ugualmente a divertire. Credo che tutti abbiano vissuto questa breve esperienza con grande intensità e un piacevole ricordo.

Toby Dammit verrà presentato al Festival di Pistoia, per poi passare ad altre rassegne nazionali; intanto non si esclude una nuova produzione.

Sarebbe ora che qualcuno investisse qualche euro in iniziative del genere, da parte mia ho dato anche troppo. Il prossimo? Nella mia testa c’è già: uno “splatter”, che stavolta omaggerebbe l’europeo Leroux, da mandare magari anche fuori dai confini nazionali.

Sì, se ne faccio un altro, sarà qualcosa di estremamente agghiacciante…