L’irrigazione della Valle del Tenna pone una lunga serie di problematiche accolte da questa Amministrazione che se ne è fatta carico indicendo un incontro pubblico martedì 2 novembre alle 21, presso il Centro Sociale Girola, cui tutta la cittadinanza è invitata.

 

La questione, in sintesi, si è aperta dal momento in cui la Regione Marche ha trasferito le funzioni idrauliche e di difesa del suolo alle Province.

L’attività dei Consorzi di bonifica si è dunque ridotta esclusivamente al settore  irriguo, inibita da tali provvedimenti che hanno creato squilibri a livello di bilancio.

 

Ma lasciare ai Consorzi il solo settore irriguo, rispetto ad una organizzazione tarata ad hoc  per fare una serie di attività, significa aprire una serie di riflessioni:

 

1)      Le Province svolgono effettivamente quelle attività prima assolte dai Consorzi di bonifica? Posto che i territori hanno necessità di tutela e salvaguardia, chi svolge i lavori se, di fatto, le province non se ne occupano?

 

2)      E’ rimasto ai consorzi il settore irriguo che interessa esclusivamente la vallata del Tenna. Di conseguenza tutto il costo sostenuto dal Consorzio per l’espletamento di tale servizio viene richiesto solo a coloro che beneficiano dell’irrigazione. Tale principio, seppur fondato dal punto di vista tecnico e giuridico, comporta in realtà – se applicato – una serie di problemi di sostenibilità della spesa in capo alle singole aziende. Le stesse, col tempo, si sono ridotte in termini numerici per destinare la loro superficie ad insediamenti edificatori.

 

3)      Gli addetti in agricoltura si sono orientati al part time, ciò ha comportato scelte colturali indirizzate verso coltivazioni estensive e poco redditizie.

 

Queste sono alcune delle motivazioni che hanno determinato un appesantimento in termini di onere per le aziende agricole che usufruiscono dell’irrigazione.

 

Una delle soluzioni, ad avviso di questa Amministrazione, potrebbe essere quella di una migliore organizzazione tra le realtà irrigue in termini gestionali. Inoltre, occorrerebbe un coinvolgimento  dell’istituto consorziale da parte degli enti locali, province e comuni, quale supporto di programmazione ed esecuzione delle attività idrauliche e di difesa del suolo già conferite agli stessi enti.