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Neurochirurgia: "Niente battaglie di campanile"

| ANCONA - Le proposte concrete dell'ass. regionale Luciano Agostini e le dure critiche a San Benedetto.

di Luciano Agostini*

Ho assistito, silenziosamente, al dibattito che si è acceso sulla possibile istituzione di un reparto di neurochirurgia nell’ospedale di San Benedetto del Tronto.

E’ d’obbligo però, dare alcune chiarificazioni per evitare strumentalizzazioni e lavorare fattivamente per il bene del territorio e della sanità sambenedettese.

Intanto va detto che esiste un piano sanitario regionale approvato recentemente che per la prima volta individua, nella nostra area di confine, la possibilità di istituire un reparto di alta specializzazione come neurochirurgia e basta rivedere alcune intese sottoscritte tra l’ex direttore della Asl 12 e quello della Asl 13 per avere chiara la piattaforma di una prospettiva dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto con una propensione verso servizi di traumatologia (quindi con la unità operativa unica dell’emergenza), della unità operativa di neurologia, ecc.

A fronte di ciò non credo che ci debbano essere battaglie di campanile da portare avanti ma occorre soltanto lavorare per riuscire a cogliere gli obiettivi che sono già presenti nel Piano Sanitario Regionale con il pieno sostegno del governo regionale.

Allora, se dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione vorrei provare a fare alcune proposte concrete su cui poter misurare il nostro impegno fin da subito e chiedere che una oculata e lungimirante direzione della zona possa raccogliere le nostre proposte e farne subito oggetto di azioni operative e progetti reali.

Per ottenere ciò che il PSR ha programmato, e cioè reparti di alta specializzazione, bisogna che fin da subito si realizzino alcuni servizi di infrastrutture necessarie senza le quali ogni rivendicazione appare francamente velleitaria e strumentale:
 
1)       Adeguamento tecnologico della radiologia, quale presupposto ad ogni ragionamento futuro sull’area dell’emergenza e fattore determinante per ogni altra area ospedaliera e territoriale;
2)      Adeguamento di tutta l’area del DEA (Pronto soccorso, accettazione, rianimazione, UTIC) e organizzazione della Medicina d’urgenza;
3)      Sviluppo della Chirurgia d’urgenza e dell’ortopedia;
4)      Potenziamento della cardiologia sulla base del progetto regionale profili di assistenza e reti cliniche  “INFARTO MIOCARDICO ACUTO E RETE CARDIOLOGICA);
 
Inoltre, intendo fare altre due proposte:
-         possiamo fin da subito unificare le convenzioni di neurochirurgia delle zone 12 e 13 con l’azienda ospedaliera di Ancona con direzione presso l’ospedale di San Benedetto del Tronto;
-         inoltre possiamo fin da subito chiedere (magari in deroga) l’assunzione di un neurochirurgo che in 3 anni aiuti a creare le condizioni per la realizzazione del reparto in questione.
 
Ecco, queste sono alcune proposte concrete che, se verranno raccolte, in particolare dalle istituzioni locali, potranno mettere in condizione l’ospedale di San Benedetto e il nostro territorio di offrire un servizio sanitario valido e di prospettiva.

Francamente pare sterile, così come ha fatto il vice sindaco di San Benedetto, affrontare tali questioni con generiche accuse di parte nei confronti della Regione Marche anche perché, se dovessimo confrontarci con le proposte che AN e la Casa delle Libertà hanno fatto in consiglio regionale noi, oggi, staremo a discutere di altre cose come quella concernente la cancellazione della zona di San Benedetto del Tronto.

* Assessore Regionale

14/10/2004





        
  



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