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Nuovo allestimento del "Flaminio" a Jesi

| JESI - Ultimi appuntamenti dell'edizione 2004 del Festival Pergolesi Spontini.

Dopo il successo di Uri Caine, e delle due operine La serva padrona di Pergolesi e Le devin du village di Rousseau (firmate dalla regia di Henning Brockhaus), torna l’opera al Pergolesi Spontini Festival con Il Flaminio di Giovan Battista Pergolesi. Ultima opera composta dal musicista jesino, Il Flaminio (nella nuova revisione critica di Francesco Degrada) andrà in scena il 10 settembre (replica il 12), alle ore 21, presso il Teatro-Studio San Floriano di Jesi, nel nuovo allestimento con regia e scene di Michal Znaniecki, costumi di Dario Gessati. L’opera, realizzata in coproduzione con il Festival International d’Opéra Baroque di Beaune, è stata eseguita in forma di concerto a Beaune, questa estate, riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.
Accademia Bizantina, raffinata interprete del repertorio ‘antico’, suonerà su strumenti originali diretta da Ottavio Dantone. Di primo ordine il cast delle voci con Giovanni Botta (Polidoro), Anna Bonitatibus (Flaminio), Sonia Prina (Giustina), Roberta Invernizzi (Agata), Angela Confitto (Ferdinando), Laura Cherici (Checca), Filippo Morace (Vastiano).
 
«Sarà un percorso itinerante nell’anima umana – ci racconta il regista polacco Michal Znaniecki che torna a collaborare con il Festival dopo Metastasiana (2002) e Sogni di una notte di mezza estate (2003) -, una ricerca sulle emozioni. Sarà soprattutto un Flaminio… moderno, che con un salto di due secoli abbandona il ‘700 e si dirige verso gli inizi del XX secolo. Pergolesi è un compositore modernissimo, le situazioni che descrive, i sentimenti che mette in gioco continuano a parlarci ancora oggi. L’opera, in verità, è una grande riflessione sulla natura umana». Trasposizione moderna, dunque, per il Flaminio pensato da Znaniecki, dove si affollano atmosfere mediterranee ma anche citazioni checoviane, tra gabbiani e giardini dei ciliegi, con citazioni sparse qua e là tutte da decodificare, quasi un gioco, un divertissement.
Ultima opera drammatica composta da Pergolesi prima che la sua vita fosse stroncata dalla tubercolosi all’età di soli ventisei anni, Il Flaminio andò in scena per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nell'autunno del 1735 e, a giudicare dalle numerose riprese, anche fuori Napoli, dovette riscuotere grande successo. Il suo singolare carattere composito, sempre a mezzo tra verità e finzione, sentimento e ironia, toni tragici e lazzi plebei, tenerezza arcadica e realismo plebeo, sogno e disincanto ne fanno una delle più alte espressioni del teatro di primo Settecento e una delle opere più affascinanti di Pergolesi.
 
Negli ultimi due giorni del festival, l’11 e 12 settembre (presso l’Aula Magna della Fondazione Colocci), in programma un convegno internazionale di studi dedicato a Pergolesi e la Napoli del suo tempo: nuove acquisizioni e nuove prospettive di ricerca in cui interverranno numerosi studiosi di fama internazionale, tra cui Francesco Degrada e Claudio Toscani autori delle recenti revisioni rispettivamente de Il Flaminio e La serva padrona allestite in occasione della presente edizione del Festival Pergolesi Spontini.
 
 

09/09/2004





        
  



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