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Vendita delle scuole: storia e commenti. Varianti al PRG a rischio senza piano acustico?

San Benedetto del Tronto | Bando già espletato, ma ancora manca l’approvazione definitiva da parte del consiglio comunale

di Giovanni Desideri

La vicenda della vendita delle scuole Borgo Trevisani e Castello a San Benedetto dispone ad oggi di una sola data-spartiacque: il 2 febbraio 2004, quando il consiglio comunale approvò una variante al Piano Regolatore per permettere ai futuri acquirenti degli immobili una destinazione diversa, per esempio “appartamenti”.

Una variante che passò poi al vaglio degli uffici della Provincia di Ascoli Piceno, i quali, dopo quasi otto mesi, non l’hanno ancora rinviata al consiglio di San Benedetto per l’approvazione definitiva. E un consiglio comunale cui parteciparono molti cittadini contrarissimi alla vendita delle due scuole. Pochi giorni dopo, il 12 febbraio, si costituì anche un “Comitato Q” contro la vendita delle scuole. Furono distribuite e affisse nei due quartieri centinaia di bandiere con lo slogan “Le squole ai quartieri”.
 
Qualcuno ritiene che il ritardo della Provincia sarebbe dovuto al fatto che il Comune di San Benedetto, insieme ad altri ventuno nelle Marche, non avrebbe ottemperato all’obbligo di dotarsi entro il 22 luglio scorso di un “piano acustico”. E senza piano acustico non sarebbe possibile apportare alcuna variante al PRG. Sarebbero a rischio anche i punti 16, 17 e 18 all’ordine del giorno del consiglio comunale convocato per lunedì 20 settembre, riguardanti, tra le altre cose, la sede del corso in “Economia, mercati e gestione di impresa” a Palazzo Vannicola in via Mare.
 
Il bando per la vendita delle scuole è stato espletato comunque, e le scuole (senza variante urbanistica approvata) sono state date in permuta insieme ad altri tre immobili, in cambio della costruzione della nuova scuola Curzi e del pagamento della differenza (il 26 agosto è stata aperta la busta con l’unica offerta pervenuta, della “Lita Costruzioni Srl” di Fano).
 
Prima del 2 febbraio i presidenti dei comitati di quartiere Paese Alto e Ponterotto (rispettivamente Patrizia Logiacco e Sergio Pezzuoli) avevano sollevato obiezioni formali e sostanziali al bando, tutte respinte. “Per il Comune, per i revisori e per la Provincia tutto era regolare”, commenta la Logiacco dopo aver ricevuto la lettera dell’ “Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici” che accoglie il ricorso congiunto presentato dai due comitati contro il bando “dismissione in cambio della nuova Curzi”.
 
“Per noi è una grande vittoria – prosegue la Logiacco – e una soddisfazione, perché vuol dire che non abbiamo fatto una battaglia peregrina. È chiaro che un ricorso si basa su osservazioni tecniche e non su valutazioni di fantasia. Tutte le motivazioni dell’autorità verranno fuori in un secondo momento e probabilmente le scuole verranno vendute lo stesso. Ma magari in una forma che darà a tutti la possibilità di intervenire, anche a noi dei comitati di quartiere. Vorrei quindi aspettare l’esame definitivo dell’autorità.”
 
“C’è un giudice a Berlino” sembra dire Pezzuoli, che esprime soddisfazione e spiega: “secondo noi residenti del quartiere Ponterotto il bando era completamente irregolare. Siamo soddisfatti per il fatto che un appalto voluto insistentemente e così velocemente non si sa da chi sia stato almeno bloccato. Quel bando era una forzatura. Fortunatamente si è deciso di bloccarlo.”
 
“Oggi – commenta infine il coordinatore comunale dell’Ulivo Giovanni Gaspari – è un giorno felice per la città, che serve a far riflettere l’attuale amministrazione su ciò che succede quando si va contro il sentire comune della città. Desidero ringraziare tutti quelli che insieme ai comitati di quartiere e ai partiti del centrosinistra si sono adoperati per far sentire la loro voce.”

18/09/2004





        
  



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