Cerca
Notizie locali
Rubriche
Servizi

Italiane rapite in Iraq: due gigantografie in provincia a Macerata

| MACARATA - La decisione – in cui è riportato l’appello: “Liberiamole” – è stata presa da Giulio Silenzi, d’intesa con la Giunta provinciale, in segno di solidarietà con le ragazze e le loro famiglie.

Da stamattina due gigantografie di Simona Pari e Simona Torretta, le due giovani italiane rapite in Iraq, sono affisse ai lati del portone d’ingresso della sede della Provincia, in corso della Repubblica, a Macerata.

Vi rimarranno fino alla liberazione delle due volontarie che, come noto, sono state sequestrate nei giorni scorsi assieme a due cittadini iracheni.

La decisione di apporre i due grandi poster – in cui è riportato l’appello: “Liberiamole” – è stata presa dal presidente dell’Ente, Giulio Silenzi, d’intesa con la Giunta provinciale, in segno di solidarietà con le ragazze e le loro famiglie.

Intanto, domani alle ore 18 a Macerata si terrà una manifestazione organizzata dal Comitato provinciale “Fermiamo la guerra” per la liberazione di Simona Pari e di Simona Torretta, assieme a quella degli altri due operatori di pace iracheni, Ra’ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam.

Il presidente Silenzi augura una positiva riuscita dell’iniziativa, a cui la Provincia idealmente aderisce.

18/09/2004





        
  



2+5=

Altri articoli di...

Fuori provincia

14/11/2022
Terremoto: subito prevenzione civile e transizione digitale (segue)
14/11/2022
Il presidente di Bros Manifatture riceve il premio alla carriera "Hall of Fame/Founders Award" (segue)
02/11/2022
Glocal 2022: dove i giovani diventano protagonisti del giornalismo (segue)
02/11/2022
Sisma 2016: approvati 15 mila contributi per 4.8 miliardi (segue)
27/10/2022
A Cartoceto, nelle ‘fosse dell’abbondanza’ per il rituale d’autunno della sfossatura (segue)
27/10/2022
Il Comune pulisce i fossi Rio Petronilla e via Galilei (segue)
27/10/2022
TEDxFermo sorprende a FermHamente (segue)
23/10/2022
A RisorgiMarche il Premio "Cultura in Verde" (segue)
ilq

Quando il giornalismo diventa ClickBaiting

Quanto è sottile la linea che divide informazione e disinformazione?

Kevin Gjergji