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Old friend, adolescenti per sempre

| ROMA - Riflessioni e commenti dal concerto dei mitici Simon e Garfunkel.

di Laura Ripani

Quando uscì Il Laureato, ancora non ero nata come credo la maggior parte di chi sta leggendo queste righe. Eppure il fascino irresistibile di Paul e Art mi ha contagiato. Come è accaduto ai 600 mila (secondo le stime ufficiali, di più per quelle ufficiose) che hanno affollato sabato sera il chilometro e mezzo di strada dei Fori Imperiali fino a Piazza Venezia.

 E’ stata una giornata intensa quella culminata con il l’apparizione sul palco della mitica coppia. A pochi passi, al Circo Massimo, era stato appena ucciso il Lupo, Liboni. Nell’aria la tensione per il rischio attentati dopo l’ultimo avvertimento dei terroristi islamici all’Italia. La tanta gente lì riunita per il rito laico di un concerto unico ed irripetibile poteva essere un’occasione d’oro per i signori della guerra.

 Tutto, invece, si è svolto nel migliore dei modi. Qualche spintone e il palco che scricchiolava nell’area ospiti sovraffollata sono stati piccoli episodi che non hanno turbato il clima di festa generale. 

 Mai coma stavolta, infatti, l’odore dei soldi va ringraziato. Perché ha miracolosamente ricongiunto i compagni di sempre nonostante l’inimicizia sopravvenuta dopo i primi anni di straordinario sodalizio artistico.

 Tom e Jerry come venivano definiti a scuola, sono saliti la prima volta sul palco alla chetichella. Erano soltanto scoccate le 12 in un’anteprima per intimissimi a festeggiare il compleanno di un ragazzo dello staff.

 Ma si sono dovute aspettare le 21 per vedere la coppia risvegliare una Roma cotta dal sole, con 300 kilowatt di potenza acustica e illuminarla con 2000.

 Puntuali come soltanto gli anglosassoni sanno fare, hanno regalato 3 ore di spettacolo intenso. Neppure un fuori programma rispetto alla scaletta diffusa dall’ufficio stampa. Telecom Progetto Italia e il sindaco Walter Vetroni hanno colto insomma, nel segno. Quattro generazioni riunite hanno accolto le note del mitico duo. Dal 1964, anno del primo “Wednesday Morning, 3 a.m.” ai recenti remake dei propri successi più ascoltati, si è avuta la dimensione di cosa siano le canzoni senza tempo. Il cuore e in sequenza sono state “The Sound of Silence” e, soprattutto “Mrs Robinson” accolte da un battimani infinito.

 “Ero a Hyde Park nel 1981” dice la signora Laura con figlia e marito al seguito. “Oggi sono venuti a Roma. E non potevo perderli!”

 Grandissimi. Il genio di Simon ha fatto in modo che nulla fosse aggiunto alla loro carriera. Nessuna indulgenza alla presentazione di un nuovo disco, neppure un singolo. A 62 anni lo scopo era farsi ricordare com’erano, “giovani” per sempre simboli di una generazione idealista che rimane tale. Loro, che incarnano la quintessenza del pensiero e della  way of life sessantottina. E qui il termine ideologico va interpretato con ogni rispetto.

 Cosa dire di più di un momento magico che ha superato per intensità e impegno anche quello di appena 12 mesi fa di Paul Mc Cartney? Che è stato un evento straordinario, di fronte ad un pubblico meraviglioso e al parterre delle grandi occasioni. Nell’area vip il presidente della Telecom Tronchetti Provera e la sua Afef, il sindaco della città e tutte le migliori penne del giornalismo nazionale che hanno concesso all’evento pagine memorabili e critiche entusiastiche. A poca distanza da noi anche Serena Dandini e Tiziana Ferrario, l’inviata abituata agli scenari di guerra contagiata contagiata anch’ella dal clima d’eterna adolescenza.

 Un momento magico perché ha chiuso anche la serie dei concerti internazionali realizzato nelle capitali di tutto il mondo polverizzando il risultato in termini di presenze del 15 luglio a Londra.

Per la prima volta in Italia nonostante la loro blasonata carriera, infatti, l’intelligenza dei due artisti non ha lasciato nulla la caso. La cornice indimenticabile. Con la luna che ha dato la sua benedizione, sapientemente assolta e dissolta dalla regia sui numerosi display posizionati lungo tutto il percorso, il più grande sul palco 9 metri per 6.

E quel Colosseo ha dato autorevolezza e forza antichi a nuovi miti. Un monumento abituato da sempre ad ospitare eventi indimenticabili. “Siamo felici” hanno detto emozionati gli artisti dal palco accompagnati dalla band di sempre, gli Every Brothers. Incarnando, ancora una volta, la sensazione generale in quel luogo ricco di storia e cultura. Che ha riportato Roma per una notte ancora caput mundi. Della Musica.

02/08/2004





        
  



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