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Allarme peperoncino al colorante cancerogeno "Sudan I"

| ANCONA - Moruzzi (Verdi):"Risultano contaminati dal 15 al 30% degli alimenti al peperoncino sottoposti a controllo, tra questi olio, formaggi, salse, pasta, sughi, salumi, zuppe".

di Marco Moruzzi*

L’allarme circa la presenza di partite di peperoncino in polvere proveniente dall’India e colorato artificialmente con il colorante rosso "Sudan I ", è scattato in Europa nel maggio 2003. A seguito del ritrovamento della sostanza in diversi alimenti in Francia e in Inghilterra vengono effettuati numerosi sequestri. Poche settimane dopo la Commissione Europea ha proibito in tutti i l’importazione di peperoncino contenente "rosso Sudan I" e previsto a distruzione degli alimenti che risultassero positivi (decisione2003/460/CE). La disposizione vieta di importare peperoncino e prodotti a base di peperoncino privi di certificato che attesti l’assenza di Sudan I.

Il " Sudan " è un colorante artificiale derivante da idrocarburi utilizzato per colorare tessuti, cere, scarpe, vernici, il cui impiego alimentare è vietato fin dal 1919 perché si tratta di un prodotto ad alta tossicità, pericoloso per la salute umana, fortemente cancerogeno e genotossico (in grado di danneggiare il DNA).

Marco Moruzzi consigliere regionale delle Marche e responsabile nazionale agricoltura dei Verdi ha dichiarato che: nonostante le disposizioni europee siano state emanate da più di un anno i controlli effettuati in Italia evidenziano che ancora oggi il peperoncino d'importazione contaminato è diffusamente commercializzato al dettaglio e finisce sulla tavola degli italiani.

I dati del Ministero della salute sulle indagini effettuate dalle Arpa regionali e le analisi del settimanale il Salvagente, dimostrano che continuano a circolare sughi pronti, zuppe, salsicce, surgelati, snack…in cui si è usato  peperoncino d'importazione senza accertare l'assenza dell’additivo pericoloso che conferisce un invitante colore.

Ad aprile scorso la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, su segnalazione della ASL di San Benedetto apre un inchiesta che porta al sequestro,da parte del Corpo Forestale dello Stato, di 15 mila chili di peperoncino contaminato, ma se ne ha notizia soltanto a luglio, intanto un considerevole quantitativo è finito sui banchi di vendita. L’industria marchigiana indagata è soltanto una delle cinquecento che si sono rifornite di peperoncino indiano finito sotto accusa, come rivela il settimanale "Il Salvagente" che parla anche di diversi marchi famosi del settore agro alimentare. Come evidenziato dal Salvagente le stesse aziende, tardivamente avvisate del pericolo di aver anche inconsapevolmente, utilizzato negli alimenti la spezia contaminata hanno denunciato i ritardi delle autorità ministeriali, che avrebbero potuto da mesi disporre il sequestro su tutto il territorio nazionale, anzichè lasciar trascorre troppo tempo per poi puntare sul ritiro dei prodotti da parte delle stesse aziende. Il Ministero della Salute, non ha disposto adeguati interventi né la necessaria informazione ai consumatori.

Il pericoloso colorante è stato così illegalmente diffuso nei supermercati, nei ristoranti sia come spezia, ma anche come ingrediente di tante preparazioni alimentari.

I consumatori e tutta l’opinione pubblica continuano ad essere tenuti all’oscuro di una emergenza alimentare di estrema gravità, milioni di italiani continuano a mangiare, senza saperlo, cibi nocivi che ancora oggi sono in circolazione.

Preoccupante è la percentuale di alimenti contaminati riscontrata dalle autorità sanitarie nel territorio nazionale: risultano contaminati dal 15 al 30% degli alimenti al peperoncino sottoposti a controllo, tra questi olio, formaggi, salse, pasta, sughi, salumi,zuppe.

Un dato drammatico che dimostra che siamo di fronte non ad una frode occasionale, ma ad uno uso sistematico del pericoloso additivo che continua ad arrivare sulla tavola degli italiani e della difficoltà di tenere sotto controllo la qualità delle produzioni alimentari ottenute da materie prime extracomunitarie, dove persino un colorante per vernici finisce nei cibi.

Una situazione sconcertante e allarmante per le conseguenze sulla salute dei consumatori a cui è necessario far fronte con tempestività e rigore. I consumatori hanno il diritto di essere informati e tutelati, il Ministero della Salute invece continua a dimostrarsi inadeguato e incapace di far fronte allo scaldalo.

Bisogna attivare subito una campagna straordinaria di controlli, rintracciare al dettaglio gli alimenti ancora in commercio e provvedere all’immediata distruzione.

Quest’ennesimo scandalo alimentare, a danno dei consumatori ma anche delle imprese agro alimentari serie, dimostra che è necessario estendere la certificazione d’origine a tutti i prodotti alimentari ed incentivare l'utilizzo di materie prime del nostro territorio, mentre con le leggi di mercato troppo spesso avviene il contrario. Non è un caso che sotto accusa sia un prodotto importato dall'estero per il suo bassissimo costo, in concorrenza con un prodotto mediterraneo.

I recenti provvedimenti ottenuti anche con l’ impegno e la politica dei Verdi al fianco dei consumatori e degli imprenditori agricoli, che obbligano di indicare in etichetta l’origine o la provenienza della materia prima prevalente per l’olio extra vergine d’oliva ed il pomodoro, quelle che vietano di scrivere "latte fresco" sulle confezioni di latte micro filtrato, vanno nella direzione di ancorare le produzioni al territorio d’origine tutelando i redditi dei produttori ed attraverso la certificazione dell’intera la filiera produttiva  migliorare la sicurezza alimentare.

Un'ultima considerazione va fatta sui coloranti, una tipologia di additivo alimentare di nessuna utilità per il consumatore. I coloranti alimentari (che ancora una volta sono al centro di uno scandalo) andrebbero proibiti, come tutti quegli additivi utilizzati soltanto per nascondere la cattiva qualità delle materie prime ed ingannare il consumatore

*
Responsabile nazionale agricoltura Federazione dei Verdi e Capogruppo Verdi Consiglio Regionale delle Marche.

16/08/2004





        
  



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