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L’on. Scaltritti all’inaugurazione del Consolato Onorario della Repubblica di Croazia

| MONTEMITRI - In un momento di forte innovazione del settore scolastico italiano la tutela delle lingue e culture delle minoranze linguistiche storiche assume un valore essenziale.

L’onorevole Gianluigi Scaltritti, quale presidente della sezione d’amicizia Italia - Croazia – Slovenia del Parlamento italiano ha preso parte all’inaugurazione del Consolato Onorario della Repubblica di Croazia, a Montemitri in provincia di Campobasso. “Il nostro – ha riferito l’onorevole Scaltritti, che è anche candidato presidente alla Provincia di Ascoli - è un paese ricco di minoranze linguistiche, sia per varietà che per quantità. Secondo le stime del Ministero dell'Interno circa il 5% della popolazione italiana ha come lingua materna una lingua diversa dall'italiano.

E non è un caso, pertanto, che l’Italia sia uno dei pochi stati europei a tutelare esplicitamente nella propria Costituzione (art. 6) le minoranze linguistiche. La legge 482/99 applica questo principio costituzionale disponendo proprio la tutela delle minoranze linguistiche storiche, ed in esse anche la lingua croata. Il patrimonio linguistico e culturale non può essere tuttavia tutelato senza la creazione di condizioni adeguate al suo sviluppo, per questo ritengo fondamentale la scelta di cominciare la tutela a livello scolastico, fatta con la legge 482/99.

La promozione e la difesa della lingua delle minoranze viene portata avanti sul duplice livello di strumento di svolgimento delle attività didattiche nella scuola materna e d’insegnamento delle discipline nella scuola elementare e secondaria di 1° grado, sia come oggetto specifico d’apprendimento nei predetti gradi di scuola. In un momento di forte innovazione del settore scolastico italiano la tutela delle lingue e culture delle minoranze linguistiche storiche assume un valore essenziale e per così dire aggiunto rispetto all'obiettivo della riforma del sistema scolastico, nel quale il Governo italiano si è sta fortemente impegnando e che proprio nella valorizzazione delle specificità locali e personali trova la sua declinazione più alta e nobile.

Le lingue e culture minoritarie rappresentano un patrimonio da custodire, da valorizzare e da potenziare, in quanto appartengono alle nostre più nobili e straordinarie radici culturali: la riforma del sistema scolastico impegna verso una maggiore personalizzazione dei piani di studio per renderli più coerenti ai bisogni espressi dal singolo in quanto persona che vive su un territorio con radici proprie. Da un punto di vista politico più vasto, la tutela delle lingue minoritarie contribuisce alla costruzione di un’Europa fondata sui principi della democrazia e della diversità culturale, pur sempre nel quadro della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale: tale principio è ora sancito dall'articolo 22 della Carta europea dei diritti fondamentali, secondo il quale "L'Unione rispetta la diversità culturale, religiosa e linguistica”.

Dei principi a difesa delle lingue meno diffuse dovrebbero essere introdotti anche nella Costituzione europea in preparazione, anche se non si nascondono le difficoltà dovute alle riserve degli Stati che intendono tale problema di stretta pertinenza interna e non ritengono opportuno delegarlo, nemmeno a livello di principi generali, alle istituzioni comunitarie. Tutela della lingua significa anche tutela delle culture e delle tradizioni - patrimonio anche questo d’inestimabile valore, cresciuto e arricchitosi nel corso della storia - che rappresentano in definitiva l’identità culturale di una comunità, pur se piccola.

Lo stesso Giovanni Paolo II recentemente ha dichiarato: “Ogni cultura ha qualcosa da insegnare”, a dimostrazione che non ci si può permettere di abbandonare o di far scomparire delle realtà dalla grande valenza storico-culturale, rappresentato spesse volte, proprio da piccole comunità che tramandano di generazione in generazione valori e tradizioni importanti. Il momento attuale è particolare: è ormai imminente la crescita dell’Europa a 25 Paesi, e l’Italia appoggia con forza l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea. Infatti, con il recentissimo allargamento a nord-est, l’anello mancante sono i Balcani che con il loro ingresso permetterebbero all’Europa di raggiungere la sua naturale dimensione a sud-est.

Su questo tema l’Italia spende con fiducia e speranza il proprio impegno. Indubbiamente un obiettivo ambizioso da raggiungere, che richiede con pazienza lo sviluppo di una cooperazione economica, anche a livello regionale, tesa a trasformare l’Adriatico e lo Jonio, da confini naturali in una risorsa comune da condividere e proteggere sviluppando insieme progetti che avvicinino sempre più i popoli che vi si affacciano, per la loro crescita e nel pieno rispetto delle culture, delle tradizioni e delle minoranze linguistiche.

E’ necessario pertanto avvicinare i nostri popoli, integrandoli per quanto possibile nel rispetto delle differenze; e quale esercizio migliore in questo, se non quello di valorizzare reciprocamente il ruolo delle minoranze e non solo linguistiche? Ritengo che l’apertura del Consolato Onorario Croato a Montemitri possa essere veramente una grand’occasione per raggiungere quest’obiettivo”.

Alla manifestazione erano presenti, l’ambasciatore di Croazia in Italia, Drago Kràljevic, il Console onorario in Molise, Antonio Sammartino, il presidente della Commissione per l’emigrazione del Parlamento croato, il Consigliere del ministro degli Esteri croato, il Consigliere per gli affari politici dell’Ambasciata croata in Italia, il Presidente della Provincia di Campobasso, il Presidente della Giunta Regionale del Molise, il Sindaco di Montemitri e quelli dei Comuni dove sono maggiormente presenti le minoranze linguistiche croate, il Direttore dell’Ufficio minoranze linguistiche del Ministero dell’Interno, il Presidente del Comitato per le minoranze linguistiche, nonché tutte le altre personalità ed il pubblico presente.

31/05/2004





        
  



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