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Gaspari (Ulivo): "l'Agroalimentare rischia il fallimento nell'indifferenza dell'Amministrazione"

San Benedetto del Tronto | Mentre si riunisce l'assemblea dei soci il centrosinistra accusa il sindaco Martinelli di non essersi occupato della struttura.

di Giovanni Desideri

"La giunta comunale di centrodestra di Bologna ha lasciato fallire il Centro Agroalimentare di quella città, temiamo che a San Benedetto si voglia fare altrettanto, con gravi risvolti occupazionali": è questa l'accusa che Giovanni Gaspari, coordinatore dell'Ulivo di San Benedetto, ha rivolto al sindaco Martinelli, nel corso di una conferenza stampa convocata a poche ore dall'assemblea dei soci del Centro Agroalimentare che si trova a Porto d'Ascoli (quest'ultima alle 17 di oggi, mercoledì 3 dicembre).

Prosegue Gaspari: "il Centro Agroalimentare è stato un progetto strategico della passata Amministrazione di centrosinistra, che investì circa 8 miliardi di lire per favorire uno dei settori economici più importanti del nostro distretto. L'attuale Amministrazione, invece, ha smesso di pagare il mutuo che fu contratto per realizzare quella struttura: ad oggi tre rate sono in arretrato e a dicembre avremo la quarta".

Privatizzazione annunciata ed accantonata. "Una delibera del 13 maggio 2002 da parte dell'attuale Amministrazione, ricorda ancora Gaspari, aveva dato impulso alla privatizzazione della struttura, rinviando ad un secondo momento la predisposizione di un'asta per la vendita del Centro: un'asta su scala europea, trattandosi di una privatizzazione di valore superiore ai 200 mila euro. Ma sono trascorsi diciotto mesi e su questo punto è sceso il silenzio più assoluto: né il sindaco Martinelli, né un suo delegato, hanno preso parte ad alcuna riunione in cui si mettessero a punto le modalità per la vendita del Centro".

"Né si è presa in considerazione, conclude Gaspari, la proposta dei commercianti che hanno in locazione gli spazi all'interno del Centro, i quali erano disposti a rilevare l'intera struttura. E questa era l'unica soluzione che avrebbe portato liquidità al Comune di San Benedetto, che detiene il 42% delle quote del Centro [la parte restante è divisa tra Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno, Camera di Commercio di Ascoli e Comune di Monteprandone, mentre quote minoritarie sono possedute da Carisap, Confesercenti ed altri. N.d.r.]. L'Amministrazione può dimostrare di essere ancora interessata all'Agroalimentare in tre modi: vendendone una parte, ricapitalizzando insieme agli altri soci per un importo complessivamente stimato in due milioni e 600 mila euro [sul Comune di San Benedetto graverebbe naturalmente il 42% di questa cifra, n.d.r.] oppure accendendo un mutuo per il pagamento delle rate già scadute".

03/12/2003





        
  



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