Gli esponenti della ‘Trontopesca' e ‘Abruzzo Pesca' hanno torto marcio, poiché sono stati gli esponenti delle 13 lampare dei pescatori di Martinsicuro (le 4 lampare – volanti dei ‘colleghi' di Trani, sono state coinvolte nel classico braccio di ferro), a non rispettare i patti sottoscritti il 22 gennaio 2003, dopo la riunione del 13 dicembre 2002, sull'uso della pensilina del Mercato Ittico per la commercializzazione del pesce azzurro.

Quali patti? "lamparisti pagheranno al Comune la somma fissa di 52.000.000 di lire all'anno, pari a 26.856 euro, ripartiti in rate mensili posticipate, assumendosi, in esclusiva, la responsabilità di gestione, ma non dovranno corrispondere somme aggiuntive (precedentemente era stata fissata la somma di 2.000 euro per ogni imbarcazione in più).
Il Comune concede in locazione ai gestori – lamparisti, un piccolo locale, il cui costo è compreso nei 52 milioni di lire. I commercianti ittici si impegnano a comprare il pesce e confermano la volontà di una fattiva e proficua collaborazione".

Ebbene, l'accordo – proposta non è stato confermato dagli operatori del pesce azzurro. Di qui, dopo l'ulteriore proroga di 15 giorni, garantita dall'assessore Marco Lorenzetti, è scattato l'atto impositivo: o viene pagata la rata mensile oppure la chiusura dei cancelli. Così è stato.