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Domenica 11 febbraio a In Art un “mosaico” di bellezza

San Benedetto del Tronto | Enorme successo domenica 11 febbraio al Medoc di San Benedetto per i mosaici di Annapaola Franceschi e per il “Mosaico di note” del trio di Amedeo Ariano, Triplets, con Francesca Tandoi e Luca Bulgarelli.

di Elvira Apone

Annapaola Franceschi e Triplets

Domenica 11 febbraio, il pub Medoc di San Benedetto del Tronto, nell’ambito della rassegna In Art, organizzata dall’associazione culturale Rinascenza con la direzione artistica di Annalisa Frontalini in collaborazione con Paolo Soriani, ha ospitato la mosaicista Annapaola Franceschi e Triplets, il trio di recente formazione composto da Amedeo Ariano alla batteria, Francesca Tandoi al pianoforte e voce e Luca Bulgarelli al contrabbasso, che, dopo la pausa conviviale, si è esibito nel concerto “Mosaico di Note”. Ha dialogato con gli ospiti l’architetto e presidente del Club Unesco Laura Cennini che, con competenza e professionalità, ha raccolto e condiviso con il pubblico le testimonianze di vita e di arte di Annapaola Franceschi e di Francesca Tandoi.

Talvolta, e forse non solo qualche volta, le cose belle nascono quasi per caso. È ciò che è avvenuto a Francesca Tandoi, una tra i maggiori talenti presenti sulla scena del jazz europeo, e ad Annapaola Franceschi, mosaicista affermata, che ha trovato nel mosaico la sua più autentica forma espressiva. Per caso, infatti, è nato il cd di prossima uscita registrato da Francesca Tandoi insieme ad Amedeo Ariano, uno dei più bravi batteristi italiani di jazz, e a Luca Bulgarelli, uno tra i migliori contrabbassisti, proprio da un’idea di Amedeo Ariano, che, dopo aver invitato entrambi in sala di registrazione, è riuscito a fare di un incontro musicale improvvisato una vera e propria opera d’arte. “Nella musica, come nell’amicizia e nell’amore” ha affermato Franceca Tandoi “deve scattare un feeling e tra noi è scattato”. Un sentimento, quindi, che è passione, dedizione, devozione alla musica che, insieme al vero talento, riesce a trasfigurare le emozioni in suoni e parole. E sempre per caso è nata la passione di Annapaola Franceschi per il mosaico quando, dopo aver terminato il liceo, ha incominciato a lavorare la creta perché le piaceva “usare le mani”, per poi imbattersi nel mosaico. “Io amo definirmi artigiana” ha spiegato Annapaola “perché secondo me è di più di essere artista, è un modo di essere, anche se ciò non toglie che un artigiano faccia cose artistiche”. È la volontà di trasmettere la bellezza, ha detto Annapaola, che fa la differenza e che determina un’opera d’arte. E questo sembra ampiamente testimoniato dai bellissimi lavori che Annapaola Franceschi ha esposto domenica sera al Medoc, compresi i preziosi gioielli in mosaico realizzati con la precisione e la sapienza manuale di una vera artigiana delle pietre. Anche se ancora poco conosciuta e meno apprezzata in Italia che all’estero, questa forma d’arte antica, ma ancora attuale, si basa sulla scomposizione e la ricomposizione di materiali, prevalentemente marmi, che si trovano in natura e che nel mosaico continuano a preservare la purezza e la naturalezza cromatica che li caratterizza, senza venire alterati. Inoltre, il mosaico, così come la musica, può anche divenire terapia perché, come ha osservato sempre Annapaola, “come tutti i lavori artigianali lascia molto spazio alla meditazione e alla riflessione”. E proprio come la musica è una delle più sublimi espressioni dei sentimenti umani, una delle più straordinarie rappresentazioni dell’animo umano, così il mosaico sembra essere una delle più belle e riuscite trasformazioni della natura in arte, sintesi e ricomposizione perfetta di ciò che in natura conserva ancora la sua grezza e innata imperfezione.

Accattivante, coinvolgente, emozionante, trascinante, il “Mosaico di note” del trio di Amedeo Ariano ha catturato e affascinato il pubblico lasciando dietro di sé l’eco della sua carica e vitalità. Una strepitosa performance fatta di improvvisazione, maestria, bravura, abilità, originalità e rispetto per la tradizione, in cui si sono alternati il ritmo vivace e saltellante dello swing a quello cadenzato e scandito del jazz. La voce calda, ferma, dolce e pulita di Francesca Tandoi ha più volte indugiato in splendidi vocalizzi, mentre il contrabbasso di Luca Bulgarelli e la batteria di Amedeo Ariano accompagnavano le note che le sue mani scolpivano sul pianoforte, finché ciascuno di loro, spettacolo nello spettacolo, magia che si aggiungeva alla magia, si abbandonava a nuovi e sempre più sorprendenti virtuosismi musicali che, come in una sorta di dialogo tra strumenti, avevano ciascuno l’energia, il vigore e la potenza di un concerto. Non uno, quindi, ma tanti concerti ha ascoltato domenica al Medoc il pubblico di In Art, tutti uniti, proprio come in uno splendido mosaico d’autore, da un unico immenso e indimenticabile atto d’amore verso la musica.

La bellezza, dunque, che l’arte ispira e che poi nell’arte si incarna, ha fatto da vero e proprio filo conduttore della serata; quella bellezza che si svela a poco a poco per poi incantare, stupire e travolgere tutti con la forza dirompente della sua verità. Quella bellezza che non si vanta, che non si compiace di se stessa, che non eccede, che non trabocca; quella bellezza che si mostra semplicemente per ciò che è, che solo di se stessa si nutre e che dà nutrimento a chi ha il privilegio di goderne. Proprio come ne ha goduto domenica il pubblico di In Art. E non per caso.

 

 

 

13/02/2018





        
  



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